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E’ stata confermata la riduzione, in vigore sino al 31 dicembre 2022, pari a 2 punti percentuali per chi ha redditi sino a 35.000 euro, che dal 1° gennaio 2023 sarà maggiorata di 1 punto percentuale per i redditi sino a 20.000 euro.
In sostanza, la percentuale contributiva a carico dei lavoratori verrà ridotta di 2 punti per i lavoratori con redditi sino a 35.000 euro annui e di 3 punti per i lavoratori più svantaggiati, ossia con reddito annuo sino a 20.000 euro. Secondo alcuni calcoli effettuati, l’intervento porterebbe per i lavoratori un guadagno netto mensile compreso tra 25 e 45 euro per redditi compresi tra 15.000 e 35.000 euro.
In Manovra sono previste agevolazioni alle assunzioni a tempo indeterminato con una soglia di contributi fino a 6.000 euro per chi ha già un contratto a tempo determinato e in particolare per le donne under 36 e per i percettori del reddito di cittadinanza.
Vengono previste alcune novita’ sul Reddito di cittadinanza. Dal 1° gennaio 2023, infatti, alle persone con età compresa tra 18 e 59 anni (abili al lavoro ma che non abbiano nel nucleo disabili, minori o persone a carico con almeno 60 anni d’età) il Reddito di cittadinanza è riconosciuto nel limite massimo di 7/8 mensilità invece delle attuali 18 rinnovabili. È altresì previsto, a pena di decadenza dal beneficio, un periodo di almeno sei mesi di partecipazione a un corso di formazione o riqualificazione professionale. Dal beneficio si decade anche nel caso in cui si rifiuti la prima offerta congrua.
La legge di Bilancio 2023 prevede anche la maggiorazione dell’Assegno unico. Nello specifico, per il 2023 sarà maggiorato del 50% per il primo anno, e di un ulteriore 50% per le famiglie composte da 3 o più figli.
Per le famiglie più fragili viene confermato e rafforzato il meccanismo che consente di ricevere il bonus sociale bollette, con un innalzamento della soglia Isee da 12.000 euro a 15.000 euro.
Sul fronte delle pensioni, oltre alla conferma di “Opzione Donna” (che sarà rivisitata consentendo di andare in pensione a 58 con due figli o più, a 59 con un figlio, a 60 negli altri casi) e “Ape sociale” per i lavori usuranti, viene attuata l’indicizzazione delle pensioni al 120% e introdotto per l’anno 2023 un nuovo schema di anticipo pensionistico, che permette di uscire dal lavoro con 41 anni di contributi e 62 anni di età (c.d. Quota 103).
(Autore: AMS)
(Fonte: FiscalFocus)