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Riciclaggio, c’è il penale per chi non segnala


Ordine Informa

Le nuove norme antiriciclaggio inaspriscono obblighi e sanzioni verso gli operatori finanziari. C’è il rischio di una condanna penale, infatti, in caso di omessa individuazione, indicazione e monitoraggio del cliente. Tutti elementi, questi, che hanno come conseguenza l’obbligo di interrompere o instaurare il rapporto, in questo caso un contratto di conto corrente, con l’utente.
Lo ha sancito la Corte di cassazione che, con la sentenza n. 18141 del 30 aprile 2015, ha confermato la condanna a carico di due manager di un istituto milanese.  Con una lunga motivazione la seconda sezione penale fa il punto sulla disciplina scandita con la riforma del 2007. Infatti, sottolinea il Collegio di legittimità, le disposizioni attribuiscono al Comitato di sicurezza finanziaria (CSF) un ruolo di analisi e coordinamento. Ma non solo. Per la Cassazione, l’impostazione della regolamentazione realizza un’anticipazione della soglia di tutela: le regole imposte a presidio della piena e «adeguata» conoscenza del cliente vengono dettagliate e rafforzate, sino a prevedere che, nelle ipotesi in cui non si verifichi una completa «rivelazione» tra le parti, il rapporto non debba essere instaurato o debba essere interrotto. L’azione di prevenzione e contrasto del riciclaggio si esplica, insomma, attraverso l’introduzione di presidi volti a garantire la piena conoscenza del cliente, la tracciabilità delle transazioni finanziarie e l’individuazione delle operazioni sospette.

(Fonte: ItaliaOggi)


Ordine dei Consulenti del Lavoro Consiglio Provinciale di Palermo
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