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Definire i rischi accettabili, dotarsi di un codice etico e di un sistema disciplinare e nominare un Organismo di vigilanza dotato dei necessari requisiti di indipendenza e professionalità. Sono questi i presupposti su cui si basa un buon modello di organizzazione, gestione e controllo ai sensi del decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231. Lo precisa Confindustria nelle nuove linee guida per la prevenzione dei reati approvate il 21 luglio scorso dal Ministero della Giustizia. È l’articolo 6, comma 3, del decreto legislativo 231/01 a prevede che i modelli di organizzazione e gestione possano essere adottati dalle imprese sulla base di codici di comportamento redatti dalle Associazioni rappresentative degli enti stessi (come, appunto, Confindustria) e comunicati al Ministero della giustizia al fine di esprimere le proprie osservazioni sulla idoneità dei modelli a prevenire i reati. Come si ricorderà il decreto legislativo 231/01 ha introdotto, per la prima volta nell’ordinamento italiano, la responsabilità amministrativa a carico delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica, per taluni reati commessi da persone fisiche operanti al loro interno. Le linee guida di Confindustria hanno lo scopo di dare aiuto concreto alle imprese, fornendo precise indicazioni di tipo metodologico su come predisporre un modello organizzativo idoneo a prevenire la commissione dei reati indicati nel decreto. Le indicazioni fornite costituiscono uno strumento operativo liberamente declinabile per tutti gli enti, indipendentemente dalle loro dimensioni.
(Fonte: ItaliaOggi)