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Il buco nero della crisi inghiotte (ancora) i guadagni dei professionisti: fra il 2007 e il 2014 il reddito medio degli iscritti alle Casse previdenziali è «crollato» in termini reali del 18,35%. E, se a subire il contraccolpo maggiore sono alcune categorie (biologi, consulenti del lavoro, notai, psicologi, avvocati, infermieri e architetti), svolgere un’attività al Sud è più penalizzante, giacché in Calabria si guadagna il 65% in meno rispetto a colleghi che operano in Lombardia. È la fotografia scattata dall’Adepp, Associazione degli enti previdenziali privati, che ieri mattina, a Roma, ha presentato il suo V rapporto, che mostra come la platea degli iscritti ammonti a 1 milione 469.637 unità, con un salto in avanti rispetto al 2013 del 3,52%, che diventa il 20% se si prende in esame l’ultimo decennio (2005-2014). Presente il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan, che ha colto l’occasione per evidenziare le opportunità per gli istituti pensionistici di immettere risorse nell’economia reale del paese, definendo «un’ottima idea» la possibilità di orientare gli investimenti in strumenti finanziari «a lungo termine». Nel complesso, il patrimonio delle Casse nel 2014 ha superato i 64,4 miliardi di euro, mostrando una salita progressiva, «poiché tra il 2011 e il 2012 è stata pari all’8,6%, nel periodo tra il 2012 e il 2013 del 7,7%», mentre lo scorso anno ha avuto un incremento del 7,8%; le quote maggiori sono state impiegate in titoli di stato (per totali 12,7 miliardi) e in Oicr, Organismi di investimento collettivo del risparmio (13,2 miliardi), il versante immobiliare ha registrato una discesa, considerato che nel 2011 il valore contabile oltrepassava gli 8,3 miliardi, nell’anno passato è calato fino a 5,5.
(Autore: Simona D’Alessio)
(Fonte: ItaliaOggi)