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Il 60% dei dati sui mutui inseriti dall’Agenzia delle entrate nel 730 precompilato e il 57% dei dati sulle assicurazioni non sono corretti. E per i contribuenti sarà necessario provvedere alla correzione. Sono queste le proiezioni dei margini di errori che i tecnici dell’Agenzia delle entrate hanno fatto vedere durante le fasi di preparazione dell’operazione 730 online agli addetti ai lavori e che ItaliaOggi è in grado di riportare. Di più. Girano delle proiezioni sugli errori con delle forbici sulla correttezza dei dati che vanno, nelle ipotesi più ottimiste, al 20% delle dichiarazioni senza errore a uno meno roseo 8%. E le stime degli errori fanno riferimento a simulazioni effettuate su elementi in possesso dell’amministrazione con riferimento all’anno di imposta 2012, dichiarazioni 2013. Valeriano Canepari, presidente della consulta dei Caf prova a gettare acqua sul fuoco: «sappiamo che la qualità del dato sarà valida al 20%, Il dato migliorerà ma nel 2016 e nel 2017. Per noi quello che conta è la correttezza del sistema. Sui dati l’Agenzia ci dovrà lavorare e molto. Il sistema informatico però sta funzionando».
Insomma se da una parte bisogna dare atto che il sistema informatico ha retto l’urto di centinaia di migliaia di accessi, d’altra parte quelle che ieri sembravano segnalazioni di contribuenti sfortunati, assumono i contorni di un intoppo annunciato: sarà necessario rimettere mano alle dichiarazioni non soltanto perchè mancano i dati relativi alle spese sanitarie o ad altre voci ma anche perchè il dato che l’Agenzia delle entrate ha immesso è talmente grezzo e non lavorato da contenere in sé un’altissima percentuale di errore.
Il problema non riguarda soltanto queste due voci. Alcune segnalazioni arrivano anche in merito alle informazioni che i sostituti di imposta hanno inviato nel Cu, il nuovo Cud. Fa notare un lavoratore di un centro di assistenza fiscale sentito da ItaliaOggi che anche nel loro lavoro di raffronto ogni anno si riscontrano delle anomalie di calcolo ma proprio per questo si lavorano e interpretano. Gli errori sui dati delle Cu, come il caso del pensionato che non si è ritrovata la detrazione per redditi di pensione, andando a debito di circa 1.000 euro, dimostrano che spesso i software in uso all’Agenzia delle entrate non vanno di pari passo con i programmi di gestione di alcuni enti come, in questo caso, l’Inps.
Che i dati non fossero affinati dunque agli intermediari era noto, tanto che si sta procedendo a compilare i modelli 730 nella vecchia maniera per poi confrontarli con quelli recapitati dall’Agenzia. Un altra voce a forte rischio di errore è quella delle rate successive degli oneri pluriennali: le spese di ristrutturazione edilizia ad esempio sostenute negli anni passati e presenti come voce di calcolo nella dichiarazione dei redditi dello scorso anno. Ebbene sul punto, i contribuenti devono rassegnarsi a una presunzione di errore da parte dell’Agenzia in quanto il dato è stato calcolato dai Caf e quindi non verificabile dal software delle Entrate e pertanto sarà controllato di default.