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“Nel 2014 i lavoratori italiani avranno un beneficio in busta paga. Ne discuteremo con le parti sociali e ci saranno vantaggi anche per le imprese”. Lo annuncia il premier Enrico Letta a “l’Intervista” su Sky Tg24 assumendo un impegno: “La legge di stabilità avrà come cuore la riduzione del cuneo fiscale”.
Letta ha definito la disoccupazione giovanile come “il dramma principale dell’Italia”. E ricordando le iniziative attuate dal suo governo in materia, allarga lo spettro del discorso: “Bisogna che in Italia il costo del lavoro scenda. E’ insopportabile il costo attuale del lavoro. La legge di stabilità avrà come cuore la riduzione del cuneo fiscale. Dobbiamo dare soldi in busta paga ai lavoratori e non solo alle imprese. Ne discuteremo. Nel 2014 i lavoratori italiani avranno un beneficio in busta paga. Ne discuteremo con le parti sociali, e ci saranno vantaggi anche per le imprese”.
“Nelle prossime settimane, nei prossimi mesi presenteremo una legge di stabilità e lavoreremo a mettere ordine nelle aliquote dell’Iva. Lo faremo tenendo conto dei problemi della finanza pubblica”, sottolinea Letta.
Con 2,5 mld da cuneo in busta paga 250-300 euro – Potrebbe valere tra i 250 e i 300 euro sulla busta paga un ipotetico intervento sul cuneo fiscale di 2,5 miliardi di euro destinato ai lavoratori. E’ quanto possibile calcolare considerando l’intervento sulle detrazioni Irpef per il lavoro dipendente e presumendo che del possibile intervento di 4-5 miliardi nella legge di stabilità, metà sia destinato ai lavoratori e metà alle imprese. Il calcolo è solo indicativo perché le variabili sono molte. In questo caso il bonus potrebbe essere erogato in un’unica tranche.
Il calcolo tuttavia è solo indicativo in quanto dipenderà dalle scelte sul cuneo che verranno fatte nei prossimi giorni, dalle risorse che verranno effettivamente stanziate agli strumenti che verranno scelti. Se per le imprese si profila un incentivo per quelle che intendono assumere o investire, per i lavoratori, stando alle risorse possibili, l’unica via sembra quella di un bonus sullo stipendio, come potrebbe essere una tredicesima (2014) più pesante. Secondo fonti sindacali, si può calcolare più o meno per ogni 100 euro di aumento medio di stipendio, attraverso l’aumento delle detrazioni Irpef sul lavoro dipendente, circa 1 miliardo di spesa. Ma tra le ipotesi potrebbero esserci anche quelle di mettere un tetto al reddito, per usufruire delle detrazioni. Come anche c’è il capitolo pensionati.
I sindacati nell’incontro di oggi a Palazzo Chigi potrebbero chiedere che il sostegno riguardi anche i loro assegni, specialmente per le pensioni più basse. Stando invece ai calcoli che si possono fare sulla base delle cifre sull’erosione fiscale fornite dal ministero dell’Economia nel 2011, le detrazioni per i redditi da lavoro dipendente e da pensione costano 37,726 miliardi. Gli interessati, tra lavoratori e pensionati sono 36,281 milioni per un beneficio pro capite di circa 1.040 euro. Aumentando di 2-3 miliardi di euro la dotazione di queste detrazioni si avrebbe un beneficio secco medio per ciascuno (tra lavoratori e pensionati) di 70-80 euro l’anno. Solo mettendo paletti sulla platea dei beneficiari si potrebbe dunque arrivare a bonus superiori a queste cifre.
(fonte Ansa)