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C’è chi vorrebbe cancellarla definitivamente, come il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo; chi vorrebbe ampiamente riformarla, vedi Partito Democratico il cui leader Bersani ha inserito questo intendimento nei famosi otto punti programmatici, o Berlusconi che più volte ha affermato di volerla cambiare; e ci sono i cittadini che spesso sono vittime dei suoi modi poco gentili ed ortodossi.
Stiamo parlando naturalmente di Equitalia, la società pubblica italiana incaricata della riscossione nazionale dei tributi sull’intero territorio nazionale. Che quello con i cittadini non sia un idillio è un fatto ormai acclarato; come abbiamo ampiamente descritto dalle pagine del nostro giornale (Il funzionamento di Equitalia: quali novità in futuro? ), Equitalia è vista come un vero e proprio spauracchio ed averci a che fare non è mai piacevole.
Ciò è ingigantito da fenomeni peculiari che la caratterizzano, come quello delle cartelle pazze, ovvero notifiche fantasma o cartelle piene di errori, avvisi che invitano i contribuenti a chiudere le controversie in corso con il Fisco e relative a situazioni già concluse da tempo o mai notificate.
Se a tutto ciò aggiungiamo la questione dell’aggio, vale a dire il compenso che spetta per legge all’agente della riscossione e che, nel caso di Equitalia, è estremamente alto (9%) e contribuisce in caso di mancato pagamento entro i 60 giorni a far accrescere in maniera consistente la cifra, possiamo avere un quadro più dettagliato del perché Equitalia sia così invisa ai cittadini.
Ebbene, nelle prossime settimane le cartelle esattoriali inviate da Equitalia per esigere pagamenti per conto dell’Agenzia delle Entrate, dei Comuni o dell’Inps subiranno un ulteriore aumento; chi non salderà entro i termini previsti infatti, sarà obbligato a pagare più interessi di mora, dall’attuale 4,55% al5,22%.
In sostanza un’ulteriore aggravio per le tasche dei contribuenti che hanno pagamenti pendenti con il fisco o che li avranno in futuro; a decretare questo aggravio, il primo dall’esplodere della crisi ad oggi (il tasso di interesse applicato sugli interessi di mora negli ultimi anni era andato via via calando; viceversa adesso aumenterà), una disposizione dell’ Agenzia delle Entrate a firma del direttore Attilio Befera. A partire dal prossimo primo maggio, il tasso di mora sui ritardati pagamenti delle cartelle esattoriali subirà quindi un incremento.
Ricordiamo che una cartella esattoriale arriva ad un cittadino a seguito di un accertamento dell’ Agenzia delle Entrate dal quale emerga che il pagamento di una tassa, di una multa, di un’imposta comunale, di un contributo previdenziale o di un qualunque altro versamento non sia stato effettuato. Il Fisco si rivolge ad un ente esattore (Equitalia, in questo caso), che si incarica della riscossione dei tributi dovuti.
Una volta che un cittadino riceve una cartella esattoriale ha 60 giorni di tempo (dalla data della notifica) per pagare la cifra indicata (salvo richiedere, sempre entro questi 60 giorni, la rateazione); se i 60 giorni trascorrono ed il pagamento non è stato ancora effettuato, l’importo da pagare aumenta conaddebiti ulteriori che comprendono varie voci: si va dalle spese inerenti le procedure di riscossione coattiva, ai compensi di riscossione aggiuntivi ed appunto agli interessi di mora. Che vengono calcolati giorno per giorno dalla data di notifica della cartella.
Ebbene, proprio questi interessi di mora che scattano a partire dall’ultimo giorno utile per il pagamento, subiranno un rialzo a partire dal prossimo 1 maggio 2013; rialzo che, come detto, andrà probabilmente a colpire persone in difficoltà economiche con situazioni pendenti nei confronti del fisco in un momento in cui non ce ne era proprio bisogno.
Gli interessi di mora contribuiscono infatti a far lievitare in maniera sostanziale le cifre da pagare al Fisco, e l’aumento dall’attuale 4,55% al 5,22% significa ulteriori aggravi a carico del destinatario della cartella. Il tutto in un momento in cui Equitalia è più che mai invisa ai cittadini e crescono azioni dimostrative nei suoi riguardi; sempre attendendo una riforma, come molti partiti politici hanno promesso (forse in vista della campagna elettorale) negli ultimi mesi.
Erik Lasiola
FONTE: https://www.laveracronaca.com/