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Potenziamento del welfare, inquadramento delle professioni non regolamentate e interventi per far emergere il lavoro sommerso. Sono questi gli obiettivi che si pongono le parti nelle trattative per il rinnovo del contratto nazionale degli studi professionali, scaduto lo scorso 30 settembre. In attesa di capire chi e come tra impiegati, segretarie e assistenti di studio potrà avere accesso nel 2014 alla cassa integrazione in deroga, dopo la posizione restrittiva assunta dal ministero del lavoro. La prima riunione tra le rappresentanza datoriale (Confprofessioni) e quelle dei lavoratori (Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil) si è svolta a dicembre. Le parti si sono dette disponibili a procedere nel giro di pochi mesi al rinnovo del contratto, che pure deve fare i conti con una crisi che non ha risparmiato gli studi. Secondo i dati resi noti da Confprofessioni, infatti, nel 2013 sono stati oltre 6 mila i lavoratori che hanno avuto accesso alla cig in deroga, per un totale di circa 2,2 milioni di ore autorizzate. «Che gli studi professionali siano pesantemente in difficoltà è ormai evidente», commenta Gaetano Stella, presidente Confprofessioni, «in sede di rinnovo del ccnl dovremo trovare delle modalità per non andare a intaccare la parte economica, puntando allo stesso tempo su interventi di potenziamento del welfare, dall’assistenza sanitaria integrativa alla formazione continua». Il contratto nazionale dovrà stabilire in modo unitario la disciplina applicabile a oltre un milione di dipendenti e a circa 500 mila tra praticanti, stagisti e partite Iva. Ma non sarà tutto. «La contrattazione passa anche attraverso quella di secondo livello», prosegue Stella, «perché oltre alle differenze tra una professione e l’altra ci sono anche quelle relative alle aree geografiche. Ritengo che per esempio al Nord si potrebbe prevedere qualche intervento in più legato al welfare contrattuale, mentre al Sud iniziative volte a far emergere il sommerso». Obiettivi che trovano d’accordo le controparti. «Dalla prima riunione abbiamo capito che uno dei temi sui quali vogliamo spingere di più, il consolidamento del welfare, sta molto a cuore anche alla parte datoriale», osserva Mario Piovesan (Fisascat-Cisl), «dobbiamo inoltre mettere a posto l’impianto normativo per quanto riguarda le professioni non regolamentate, cioè quella che noi chiamiamo la 5° area. Vi sono diversi profili professionali che si sono accreditati in questo ccnl e che devono trovare un corretto inquadramento». Tra questi le imprese di recupero crediti e i laboratori privati di analisi. Se sarà rispettata la tabella di marcia, secondo quanto risulta a ItaliaOggi, le trattative potrebbero chiudersi entro fine aprile. La prossima riunione è in calendario per il 20 gennaio.
Fonte (italiaoggi)