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Migliorano le condizioni delle carceri italiane. Ma persistono ancora ombre, soprattutto in materia di sanità, lavoro e diritti fondamentali. È quanto emerge dal XI rapporto nazionale sulle condizioni di detenzione Oltre i tre metri quadri, presentato dall’associazione Antigone. E nonostante il calo del numero dei detenuti, la soluzione al problema del sovraffollamento è ancora lontana: sono 53.982 i detenuti censiti al 21 febbraio 2015 nelle carceri italiane, circa 8mila in meno rispetto al 2013, a fronte però di 49.943 posti letto regolamentari disponibili. Il tasso di affollamento, dunque, sarebbe del 108%, ovvero 108 detenuti ogni 100 posti letto. Il dato però non tiene conto di eventuali situazioni transitorie, come ad esempio reparti chiusi per lavori di manutenzione: in questo caso il dato sale fino al 118%. Dunque – sottolinea Antigone – c’è bisogno di insistere ancora sul terreno delle riforme per arrivare a una situazione normale e dignitosa, ovvero di un detenuto per un posto letto.
L’Italia è tra i paesi che spendono di più per la gestione del sistema carcerario: spende 150 euro al giorno per detenuto, molto più di altri paesi europei, come ad esempio la Polonia, che ne spende 20. Ma la cosa più incredibile è che di questi 150 euro, solo 11,5 vengono spesi direttamente per mantenimento, assistenza, rieducazione e trasporto. Una fetta enorme delle spese è riservata al personale, che incide fortemente sul bilancio dell’Amministrazione penitenziaria: l’82,9% di quello che spendiamo per le nostre carceri – sottolinea Antigone – viene speso in stipendi per il personale. L’Italia, dopo la Russia, è il paese con il più numeroso personale carcerario, pari a 45772 unità, nonostante molti paesi abbiano più detenuti in termini assoluti rispetto al nostro.
(Fonte: Msn)