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Secondo un nuovo studio, è stato l’avvento della cottura dei cibi, inaugurata da Homo erectus, a favorire il processo di encefalizzazione negli esseri umani
di Viviana Monastero
Il teschio di un umano moderno (a sinistra) e quello di un orango (a destra). Fotografia di Carolina Biological/Visuals Unlimited/Corbis.
Il cervello umano si sarebbe evoluto da quando gli uomini hanno iniziato a mangiare cibi cotti. A sostenerlo, in uno studio pubblicato sulla rivista scientifica PNAS, due ricercatrici dell’Instituto de Ciências Biomédicas dell’Universidade Federal do Rio de Janeiro, Karina Fonseca-Azevedo e Suzana Herculano-Houzel.
che, per natura, escludono che alla crescita della massa corporea corrisponda un aumento di quella cerebrale.
Questo perché i primati non riescono a ottenere dal nutrimento l’energia necessaria per sostenere entrambi; il cervello, infatti, è – dopo i muscoli scheletrici e il fegato – l’organo al terzo posto per consumo energetico: nonostante rappresenti solo il 2% della massa corporea umana, utilizza il 20% del metabolismo basale (il dispendio energetico di un organismo a riposo), contro il 9% consumato dal cervello degli altri primati.
Avere una grande massa corporea richiede di per sé molta energia, e maggiore è il fabbisogno calorico di una specie, maggiore è il tempo che i suoi individui devono impiegare per nutrirsi; ciò dipende dalla disponibilità di cibo, dal tempo impiegato per mangiare (che varia a seconda della composizione degli alimenti e della grandezza della cavità orale), dalla capacità di digestione dell’apparato gastrointestinale e dal tasso calorico delle sostanze assunte.
Di conseguenza, un aumento della massa cerebrale e dei neuroni, per i primati sarebbe insostenibile: per esempio se un gorilla avesse, come gli uomini, un cervello di massa equivalente al 2% di quella corporea, avrebbe bisogno di assumere 733 chilocalorie in più, che richiederebbero 2 ore e 12 minuti in più da dedicare al nutrimento, quando questo primate impiega già circa l’80 per cento di una giornata di 12 ore per alimentarsi.
Gli esseri umani sono riusciti a superare il limite dell’evoluzione del cervello, imposto dal metabolismo basale, grazie all’avvento della cottura dei cibi inaugurata da Homo erectus: i cibi cotti hanno un contenuto calorico maggiore rispetto a quelli crudi e sono più facili da masticare, digerire e assorbire; inoltre, l’aumento del tempo libero – prima utilizzato per nutrirsi – ha permesso la crescita delle attività sociali e cognitive, fattori che hanno contribuito a favorire l’aumento dei neuroni.