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L’Inps interviene sul “blocco” a tutto il 2022 della cosiddetta “speranza di vita”, in attuazione del decreto interministeriale (Lavoro Economia del 5 novembre scorso). Questo significa, come spiega l’Istituto nella circolare n. 19/2020, che l’età di vecchiaia si ferma a 67 anni. Mentre il pensionamento anticipato a favore dei “precoci”, ovvero coloro che possono vantare almeno un anno di contributi da effettivo lavoro prima del compimento dei 19 anni di età, resta fissato a 41 anni di contribuzione, indipendentemente dall’età anagrafica. Per i più giovani, i soggetti il cui primo accredito contributivo decorre dal 1° gennaio 1996, il requisito anagrafico rimane fissato a 71 anni con un’anzianità minima di 5 anni.
(Autori: AMS)
(Fonte: ItaliaOggi)